Due donne, due mondi agli antipodi: Giulia di Barolo, nobile e riformista, e Angela Agnel, prigioniera e assassina. Sullo sfondo della Torino ottocentesca e delle Langhe, si incrociano destini segnati da dolore, coraggio e desiderio di cambiamento. Un romanzo storico avvincente, ispirato a figure reali e battaglie dimenticate.
Torino, primi dell’Ottocento. Giulia di Barolo, nata Juliette Colbert, è una donna fuori dal tempo: colta, determinata, innamorata del marito e delle cause sociali. Tra prigioni sovraffollate, povertà dilagante e la lotta per la dignità delle donne, si fa portavoce di una nuova umanità in una società che la vorrebbe madre e zitta. Ma la maternità non arriva, e con essa si accendono dubbi, voci, e rimedi al limite del magico. In una cella del carcere torinese, intanto, Angela Agnel – colpevole di aver ucciso il marito per difendere la figlia – rappresenta l’altra faccia della femminilità: istintiva, disperata, indomita. Due destini destinati a sfiorarsi, in un’epoca che è già rivoluzione: industriale, sociale, spirituale. Con una penna evocativa e appassionata, Marina Marazza ci restituisce un affresco potente e coinvolgente della Torino della Restaurazione e delle Langhe in fermento. Sangue delle Langhe è un romanzo di passioni, battaglie e rinascite. Ma soprattutto, è la storia di due donne che, in modi opposti e complementari, hanno cambiato il loro tempo.
