Nel cuore di New York, nel misterioso Goodbye Hotel, François racconta una storia d’amore, perdita e destino che affonda le radici venticinque anni prima, in una cittadina del Sud americano. Un romanzo ipnotico dove realtà e immaginazione si confondono, firmato da una delle voci più visionarie della narrativa americana contemporanea.
C’è un posto a New York che chiamano Goodbye Hotel: è il rifugio degli ultimi, di chi si è allontanato dal mondo e non vuole – o non può – più farvi ritorno. In una notte nevosa, François siede davanti al fuoco e, con una bottiglia di vino economico, inizia a scrivere: non solo per raccontare un evento accaduto venticinque anni prima, ma per cercare una verità che si è persa tra i ricordi e le omissioni. Il suo racconto ci trasporta a Harmony, un’anonima cittadina del Sud degli Stati Uniti, popolata da adolescenti inquieti e cuori solitari, in cui ogni sera sembra uguale all’altra e ogni sogno è una forma di resistenza. In questo luogo, il destino intreccia le vite di due giovani innamorati e di un misterioso uomo in completo di seersucker, sotto l’occhio silenzioso e visionario di Lazarus, una tartaruga chiaroveggente dal fascino indimenticabile. Dopo L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, Michael Bible torna con un romanzo poetico e struggente, in cui il tempo si piega su sé stesso come in un sogno di David Lynch, e la realtà si dissolve in mille possibili versioni, tutte ugualmente vere. Goodbye Hotel è una meditazione sul dolore, sull’amore e sul modo in cui cerchiamo risposte anche quando sappiamo che potrebbero non arrivare mai.
